Rocca di Dozza

Adagiata sul crinale di una collina che domina la valle del Sellustra e digrada dolcemente verso la via Emilia tra Imola e Bologna, Dozza è un piccolo borgo antico dalla storia millenaria e dall'impianto urbanistico medievale ancora ben conservato. Il centro storico di Dozza, con la caratteristica forma a fuso, è composto da stradine strette e variopinte che salgono verso l'alto fino alla Rocca. L'integrità dell'originale tessuto edilizio è stata salvaguardata e la stretta simbiosi tra la maestosa Rocca al culmine del paese e l'insediamento residenziale sottostante comunicano l'armonia tra la natura e l'intervento dell'uomo.

La Rocca di Dozza, anche nota come Rocca Sforzesca di Dozza, è un edificio complesso dalla storia secolare, che dall'epoca della sua edificazione, collocabile intorno alla metà del XIII secolo, ha subito numerosi interventi di ampliamento e adeguamento funzionale, riconducibili a tre fasi principali, ancora ben visibili all'interno del percorso di visita del museo. La Rocca è stata abitata fino al 1960, anno in cui fu ceduta al Comune di Dozza che l'aprì al pubblico come casa-museo. Il museo della Rocca è gestito dalla Fondazione Dozza Città d'Arte e dal 2006 è riconosciuto come “Museo di Qualità” dalla Regione Emilia-Romagna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali. Inoltre, fa parte del Sistema Museale Regionale, nonché dell'Associazione Nazionale Case della Memoria.

Fortezza Medievale e Rinascimentale

La Rocca di Dozza fu costruita intorno al 1250 per volontà del Comune di Bologna e, in seguito, fu notevolmente modificata e ampliata per rispondere alle necessità e alle esigenze dei vari proprietari che si sono susseguiti. Nel corso del Medioevo, infatti, la posizione strategica al confine tra Bologna e la Romagna rese il castello di Dozza oggetto di forti contese tra Bologna e Imola, tra guelfi e ghibellini, tra le Signorie di Romagna e la Chiesa di Roma. Proprio a causa di queste vicissitudini, la Rocca fu interessata da numerose modifiche, distruzioni e ricostruzioni finché, alla fine del Quattrocento, non entrò a far parte dei domini dei Riario-Sforza. Prima il conte Girolamo, poi la contessa Caterina avviarono consistenti interventi di fortificazione, che trasformarono la Rocca in un vero e proprio fortilizio militare. L'attuale aspetto esterno della Rocca risale proprio al periodo sforzesco; servendosi di abili ed esperte maestranze, come ad esempio l'architetto militare Giorgio Marchesi, i Riario-Sforza fecero costruire i possenti torrioni arrotondati, il profondo fossato e l'ingresso laterale dotato di ponte levatoio. Queste fortificazioni consentiranno alla Rocca di resistere agli attacchi dei nemici negli anni a venire.

Residenza rinascimentale

All'inizio del XVI secolo Dozza rientrò sotto il diretto controllo della Santa Sede e, in questacircostanza, compaiono sulla scena due importanti famiglie senatorie bolognesi, i Campeggi e i Malvezzi, che con alterne vicende deterranno la Rocca per oltre quattro secoli. Se l'attuale aspetto esterno della Rocca riporta alla mente il periodo medievale, lo stesso non si può dire per l'interno, dato che l'impianto del palazzo con cortili, atrio, androne, scale, nonché l'organizzazione del piano nobile, sono in gran parte riconducibili al periodo rinascimentale con la signoria dei Campeggi, poi Malvezzi-Campeggi. Infatti, intorno alla prima metà del Cinquecento il cardinale Lorenzo Campeggi, prestigioso diplomatico al servizio dei papi Giulio II e Clemente VII, vantava cospicui crediti dalla camera apostolica che gli fruttarono, nel 1529, il feudo di Dozza. Così, tra il 1556 e il 1594 i conti Vincenzo, Annibale e Baldassarre Campeggi intrapresero massicci interventi di ristrutturazione allo scopo di trasformare la Rocca da fortezza a residenza nobiliare e sede di rappresentanza feudale.

Residenza settecentesca

Con alterne vicende, nel corso del XVIII secolo si succedettero ulteriori trasformazioni e ampliamenti del palazzo-fortezza. Già durante il Seicento, il conte Tommaso Campeggi aveva ampliato la Sala Grande del primo piano, trasformando in modo significativo le volumetrie esterne e completando l'organizzazione del piano nobile. Gli inventari settecenteschi riferiscono di un palazzo già compiuto, contraddistinto da arredi e quadreria di grande pregio. Nel 1728, alla morte di Lorenzo Campeggi, ultimo maschio della casata, il feudo di Dozza passò per via ereditaria alla sorella Francesca Maria, moglie di Matteo Malvezzi, la quale trasferì i diritti feudali a quest'ultima famiglia. Il figlio di Francesca e Matteo, Emilio, fu il primo ad unificare il nome dei casati in Malvezzi-Campeggi, che abitarono nella Rocca di Dozza fino al 1960.

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